Le impronte preistoriche di Engare Sero

Se scegli un safari nel circuito Nord ti proponiamo una vista al sito Hominid Footprint, lungo le rive del lago Natron a nove miglia dal vulcano Ol Donyo Lengai ( Montagna di Dio). Qui sono conservate, impresse in eterno nella roccia vulcanica, le impronte fossili di uomini preistorici risalenti a 6.000-19.000 anni fa.

Le oltre 400 impronte coprono un’area leggermente più grande di un campo da tennis. Nessun altro sito in Africa conserva un numero tanto grande di antiche impronte di Homo sapiens e questa peculiarità lo rende un tesoro per gli scienziati, che cercano di raccontare la storia dei primi giorni dell’umanità.

Sarà emozionante posare il tuo piede sopra un’orma preistorica impressa nella roccia e scoprire che entrambe sono della stessa misura. Se ti fermerai lì e ascolterai in silenzio, ti sembrerà di sentire lo schiocco dei passi dei nostri antenati rieccheggiare nella tua stessa anima.

Alcune tracce sono state lasciate da persone che tengono un’andatura di leggera corsa, Le impronte di un altro antenato evidenziano un alluce dalla forma strana, forse fratturato.
Molte suggeriscono che circa una dozzina di persone, per lo più donne e bambini, abbiano camminato insieme attraverso la piana fangosa, diretti verso sud-ovest. Nel fango è rimasto impresso tutto, comprese le goccioline sporche che cadevano dai loro piedi a ogni passo.

Engare Sero è un sito entusiasmante per l’abbondanza e la diversità delle impronte conservate, che offrono un’istantanea straordinariamente dettagliata di come era la vita dei nostri antenati in Africa.
Gli studiosi pensano che il sedimento vulcanico ricco di cenere in cui le orme umane sono rimaste “stampate” provenisse dalle pendici dell’Ol Doinyo Lengai e che fosse da lì scivolato fino a valle, formando una distesa fangosa.


In poche ore o giorni, la superficie del fango si è seccata, conservando le impronte in una crosta screpolata. Un altro flusso di detriti ha poi seppellito le impronte, proteggendole e lasciandole inalterate per millenni.

Photo: James Dee Clayton